P r o l e t
2004-03-01 19:28:14 UTC
Puo' l'esperienza di qualche ora in un ristorante essere talmente
assoluta da regalare una persistente, incomprensibile e inquietante
emozione? Puo' una cucina straordinaria colpire l'intelletto quasi
quanto il palato? Puo' uno chef essere artigiano e intellettuale,
senza mai cadere in banalita' o contraddizioni?
Siamo entrati nel locale di San Vincenzo con molti dubbi e numerosi
pregiudizi. Siamo usciti con nuove e inaspettate certezze, prima fra
tutte la consapevolezza che d'ora in avanti il nostro approccio alla
ristorazione di qualita' non sara' piu' lo stesso.
Questa premessa per chiarire a chi intende proseguire nella lettura
che cio' che segue e' un racconto di emozioni, oltre che di menu e
portate. Le emozioni, si sa, bisogna saperle raccontare con una prosa
adatta senza farsi sovrastare dall'entusiasmo retorico della scoperta.
Cosa, quest'ultima, che non mi sento di garantire.
Il ristorante si trova direttamente sul mare, davanti al piccolo porto
di San Vincenzo. Come ubicazione e struttura esterna non è molto
diverso da altri ristoranti della zona. Visto da fuori è un ristorante
che passa inosservato, senza grandi piante o portoni imponenti tipici
di una certa ristorazione medio-alta.
L'interno è strutturato su un'unica sala da pranzo, con la cucina
leggermente rialzata. Gli spazi sono stretti ma in una sala attigua
c'è un salottino che è anche lo studio dello chef.
La dimensione ridotta del locale non consente di distanziare i tavoli
quanto necessario. Nonostante questo i coperti totali non sono piu' di
20/22.
Le sedie sono comodo e le tovaglie pregiate. I sottopiatti e le
brocche di argento sono forse l'unica eccezione ad una sobrietà
spiazzante. Con il passare dei minuti ci si abitua e l'ambiente
diventa familiare. Con il passare delle ore e delle portate ci si
rende conto che la scelta di non ostentare eccessivo lusso è un modo
per valorizzare ancora di piu' la cucina.
E' vietato fumare in tutto il locale.
Il servizio è diretto da Emanuala Pierangelini, sorridente e garbata.
In generale il servizio è attento e professionale. La dimensione
ridotta del locale crea qualche piccolo inconveniente, ma tutto
sommato il pranzo scorre su buoni ritmi.
La carta dei vini meriterebbe una recensione a parte. Per
intelligenza, profondità e ricarichi "onesti" e' di gran lunga la
migliore che abbia mai avuto modo di scorrere.
Etichette da tutto il mondo, ma con particolare attenzione alla
Toscana.
I ricarichi rispetto ai prezzi di enoteca si attestano sul 30/40%, ma
si puo' trovare anche di meglio. Noi, per esempio, abbiamo optato per
un Trebbiano d'Abruzzo Valentini 1997 a 33 euro. In enoteca, lo stesso
vino, costa solitamente 30 euro.
Il carello dei formaggi, che pure non abbiamo avuto di provare, è
molto fornito, cosi' come l'accostamento di confetture (di melone
bianco, per esempio).
L'ottimo pane è, volutamente, di soli due tipi: bianco e integrale.
Sul tavolo un ottimo burro e un piccola ampolla di olio toscano.
Il menu degustazione è unico e costa 85 euro. Va ordinato dall'intero
tavolo anche se è possibile fare delle variazioni.
E' possibile aggiungere alle 5 portate del menu degustazione un piatto
di carne proposto dallo chef (ieri il maialino di cinta senese) ad un
costo complessivo di 100 euro per un menu di: due antipati, un primo,
un secondo di pesce, un secondo di carne e un dolce.
Il menu degustazione riprende i classici che hanno reso famoso il
locale, mentre i piatti piu' recenti vanno ordinati alla carta.
Essendo alla nostra prima visita optiamo per due menu degustazione,
con aggiunta di due secondi di carne.
Passiamo ai piatti degustati:
- Baccalà con bottarga
Squisito appetizer. Una pallina di baccalà mantecato con piccola
spolverata di bottarga. Equilibrio perfetto e consistenza
gradevolmente cremosa. Ottimo.
- Tonno scottato
Cottura perfetta del tonno e grande materia prima. Molto buono.
- Passatina di ceci con gamberi
Un piatto celebre al quale si devono, per emulazione, gran parte delle
passatine (fagioli, lenticchie, porri ecc.) che riempiono i menu dei
ristoranti italiani. Ero molto curioso di assaggiare questo piatto
perchè io stesso mi sono cimentato nella sua preparazione. Un piatto
tanto semplice quanto straordinariamente gustoso. La passatina è
adagiata su un piatto piano con tre bei gamberi sgusciati. La
consistenza della passatina di ceci e' quasi spumosa. Una semplicità
disarmante per un grande piatto. Ottimo.
- Ravioli di pesce alla crema di frutti di mare
Il miglior piatto del pranzo e senza dubbio il miglior primo mai
assaggiato finora. Sei ravioli con un cremoso ripieno di pesce e
squisiti frutti di mare al centro del piatto. In bocca i ravioli
sciolgono il proprio ripieno e sprigionano un sapore leggero ma
deciso. Ottimo.
- Pesce San Pietro con carciofi
Sul menu viene indicato come "pesce del giorno". Soltanto all'arrivo
delle piatti scopriamo un bellissimo filetto di pesce San pietro.
Grande materia prima con i carciofi a chiudere un piatto che lo chef
rispetta senza voli pindarici. Molto buono.
- Maialino di cinta senese
Piatto molto buono ma non straordinario.
- Piccione di campagna al rosmarino
Altro piatto storico del Gambero Rosso. Il petto del piccione viene
servito sul piatto principale a media cottura, mentre la coscia viene
servita in un altro piatto e molto piu' cotto. Ottimo.
- Crepe con ripieno d'arancia e gelato al mandarino
Dolce storico e di consolidato successo. Due crepe calde con una
squisita crema di arance, accompagnate da un gelato al mandarino.
Ottimo.
- Ravioli con peperoni e fagioli
Piatto offerto dallo chef, quale esempio di una delle ultime
creazioni. Un dolce straordinario, tra i migliori mai assaggiati. Le
creme sono raccolte tra sfoglie sottili. Mentre l'accostamento dolce
dei peporoni (riuscitissimo) non stupisce, il gusto della creama di
fagioli è imprevedibilmente vicino a quello delle castagne. Ottimo.
- Piccola pasticceria
6 tipi diversi di pasticcini: gelatine (mai mangiate cosi' buone),
cannolo alla crema, bignè di crema e cioccolato ecc. Una piccola
pasticceria perfetta, sia nel gusto che nella quantità.
- Pralineria
Con i caffè arrivano squisite piccole preparazioni al cioccolato,
tutti estremamente buoni e alcuni molto originali (soprattutto quelli
speziati).
Il conto finale è di 257 euro cosi' ripartiti:
- 200 euro due menu degustazione completi
- 33 euro il vino "Trebbiano d'Abruzzo Valetini 1997"
- 10 euro due tisane
- 6 euro due caffè
- 5 euro un calice di rosso di Bolgheri
- 3 euro una bottiglia di acqua minerale
Sono stati gentilmente offerti: pani, appetizer, piccola pasticceria,
un dolce fuori degustazione e la pralineria (con il caffè).
Una parentesi conclusiva riguardo Fulvio ed Emanuala Pierangelini.
Avevo letto alcuni giudizi negativi sul carattere schivo e riservato
di Pierangelini, tanto da provare un leggero imbarazzo all'idea di
visitare un locale apparentemente freddo e distaccato.
Ricordavo la cena di gala delle Tre forchette alla citta' del gusto,
in ottobre. A fine cena, mentre tutti gli altri chef si
complimentavano tra di loro in sala, al secondo piano vidi
Pierangelini sistemare pentole; assolutamente indifferente al momento
mondano che si stava vivendo al piano di sotto. Un'immagine che non
seppi interpretare se non come massima estraneazione, che altro non è
che la rivendicazione stessa del proprio lavoro come massima
espressione di sè. Fulvio ed Emanuela Pierangelini si sono dimostrate
nei nostri confronti due persone squisite, appassionate e divertenti,
con un'altissima considerazione del proprio lavoro.
Siamo usciti dal locale con un pioggia scrosciante e la consapevolezza
di aver provato una sensazione irripetibile: la scoperta di una nuova
dimensione di cucina, piena e coinvolgente. Il centro del mondo, per
due romantici appassionati come noi, per un pomeriggio è stato San
Vincenzo.
Gambero Rosso
Piazza della Vittoria, 13
San Vincenzo (LI)
0565701021
Visitato domenica 29 febbraio a pranzo
assoluta da regalare una persistente, incomprensibile e inquietante
emozione? Puo' una cucina straordinaria colpire l'intelletto quasi
quanto il palato? Puo' uno chef essere artigiano e intellettuale,
senza mai cadere in banalita' o contraddizioni?
Siamo entrati nel locale di San Vincenzo con molti dubbi e numerosi
pregiudizi. Siamo usciti con nuove e inaspettate certezze, prima fra
tutte la consapevolezza che d'ora in avanti il nostro approccio alla
ristorazione di qualita' non sara' piu' lo stesso.
Questa premessa per chiarire a chi intende proseguire nella lettura
che cio' che segue e' un racconto di emozioni, oltre che di menu e
portate. Le emozioni, si sa, bisogna saperle raccontare con una prosa
adatta senza farsi sovrastare dall'entusiasmo retorico della scoperta.
Cosa, quest'ultima, che non mi sento di garantire.
Il ristorante si trova direttamente sul mare, davanti al piccolo porto
di San Vincenzo. Come ubicazione e struttura esterna non è molto
diverso da altri ristoranti della zona. Visto da fuori è un ristorante
che passa inosservato, senza grandi piante o portoni imponenti tipici
di una certa ristorazione medio-alta.
L'interno è strutturato su un'unica sala da pranzo, con la cucina
leggermente rialzata. Gli spazi sono stretti ma in una sala attigua
c'è un salottino che è anche lo studio dello chef.
La dimensione ridotta del locale non consente di distanziare i tavoli
quanto necessario. Nonostante questo i coperti totali non sono piu' di
20/22.
Le sedie sono comodo e le tovaglie pregiate. I sottopiatti e le
brocche di argento sono forse l'unica eccezione ad una sobrietà
spiazzante. Con il passare dei minuti ci si abitua e l'ambiente
diventa familiare. Con il passare delle ore e delle portate ci si
rende conto che la scelta di non ostentare eccessivo lusso è un modo
per valorizzare ancora di piu' la cucina.
E' vietato fumare in tutto il locale.
Il servizio è diretto da Emanuala Pierangelini, sorridente e garbata.
In generale il servizio è attento e professionale. La dimensione
ridotta del locale crea qualche piccolo inconveniente, ma tutto
sommato il pranzo scorre su buoni ritmi.
La carta dei vini meriterebbe una recensione a parte. Per
intelligenza, profondità e ricarichi "onesti" e' di gran lunga la
migliore che abbia mai avuto modo di scorrere.
Etichette da tutto il mondo, ma con particolare attenzione alla
Toscana.
I ricarichi rispetto ai prezzi di enoteca si attestano sul 30/40%, ma
si puo' trovare anche di meglio. Noi, per esempio, abbiamo optato per
un Trebbiano d'Abruzzo Valentini 1997 a 33 euro. In enoteca, lo stesso
vino, costa solitamente 30 euro.
Il carello dei formaggi, che pure non abbiamo avuto di provare, è
molto fornito, cosi' come l'accostamento di confetture (di melone
bianco, per esempio).
L'ottimo pane è, volutamente, di soli due tipi: bianco e integrale.
Sul tavolo un ottimo burro e un piccola ampolla di olio toscano.
Il menu degustazione è unico e costa 85 euro. Va ordinato dall'intero
tavolo anche se è possibile fare delle variazioni.
E' possibile aggiungere alle 5 portate del menu degustazione un piatto
di carne proposto dallo chef (ieri il maialino di cinta senese) ad un
costo complessivo di 100 euro per un menu di: due antipati, un primo,
un secondo di pesce, un secondo di carne e un dolce.
Il menu degustazione riprende i classici che hanno reso famoso il
locale, mentre i piatti piu' recenti vanno ordinati alla carta.
Essendo alla nostra prima visita optiamo per due menu degustazione,
con aggiunta di due secondi di carne.
Passiamo ai piatti degustati:
- Baccalà con bottarga
Squisito appetizer. Una pallina di baccalà mantecato con piccola
spolverata di bottarga. Equilibrio perfetto e consistenza
gradevolmente cremosa. Ottimo.
- Tonno scottato
Cottura perfetta del tonno e grande materia prima. Molto buono.
- Passatina di ceci con gamberi
Un piatto celebre al quale si devono, per emulazione, gran parte delle
passatine (fagioli, lenticchie, porri ecc.) che riempiono i menu dei
ristoranti italiani. Ero molto curioso di assaggiare questo piatto
perchè io stesso mi sono cimentato nella sua preparazione. Un piatto
tanto semplice quanto straordinariamente gustoso. La passatina è
adagiata su un piatto piano con tre bei gamberi sgusciati. La
consistenza della passatina di ceci e' quasi spumosa. Una semplicità
disarmante per un grande piatto. Ottimo.
- Ravioli di pesce alla crema di frutti di mare
Il miglior piatto del pranzo e senza dubbio il miglior primo mai
assaggiato finora. Sei ravioli con un cremoso ripieno di pesce e
squisiti frutti di mare al centro del piatto. In bocca i ravioli
sciolgono il proprio ripieno e sprigionano un sapore leggero ma
deciso. Ottimo.
- Pesce San Pietro con carciofi
Sul menu viene indicato come "pesce del giorno". Soltanto all'arrivo
delle piatti scopriamo un bellissimo filetto di pesce San pietro.
Grande materia prima con i carciofi a chiudere un piatto che lo chef
rispetta senza voli pindarici. Molto buono.
- Maialino di cinta senese
Piatto molto buono ma non straordinario.
- Piccione di campagna al rosmarino
Altro piatto storico del Gambero Rosso. Il petto del piccione viene
servito sul piatto principale a media cottura, mentre la coscia viene
servita in un altro piatto e molto piu' cotto. Ottimo.
- Crepe con ripieno d'arancia e gelato al mandarino
Dolce storico e di consolidato successo. Due crepe calde con una
squisita crema di arance, accompagnate da un gelato al mandarino.
Ottimo.
- Ravioli con peperoni e fagioli
Piatto offerto dallo chef, quale esempio di una delle ultime
creazioni. Un dolce straordinario, tra i migliori mai assaggiati. Le
creme sono raccolte tra sfoglie sottili. Mentre l'accostamento dolce
dei peporoni (riuscitissimo) non stupisce, il gusto della creama di
fagioli è imprevedibilmente vicino a quello delle castagne. Ottimo.
- Piccola pasticceria
6 tipi diversi di pasticcini: gelatine (mai mangiate cosi' buone),
cannolo alla crema, bignè di crema e cioccolato ecc. Una piccola
pasticceria perfetta, sia nel gusto che nella quantità.
- Pralineria
Con i caffè arrivano squisite piccole preparazioni al cioccolato,
tutti estremamente buoni e alcuni molto originali (soprattutto quelli
speziati).
Il conto finale è di 257 euro cosi' ripartiti:
- 200 euro due menu degustazione completi
- 33 euro il vino "Trebbiano d'Abruzzo Valetini 1997"
- 10 euro due tisane
- 6 euro due caffè
- 5 euro un calice di rosso di Bolgheri
- 3 euro una bottiglia di acqua minerale
Sono stati gentilmente offerti: pani, appetizer, piccola pasticceria,
un dolce fuori degustazione e la pralineria (con il caffè).
Una parentesi conclusiva riguardo Fulvio ed Emanuala Pierangelini.
Avevo letto alcuni giudizi negativi sul carattere schivo e riservato
di Pierangelini, tanto da provare un leggero imbarazzo all'idea di
visitare un locale apparentemente freddo e distaccato.
Ricordavo la cena di gala delle Tre forchette alla citta' del gusto,
in ottobre. A fine cena, mentre tutti gli altri chef si
complimentavano tra di loro in sala, al secondo piano vidi
Pierangelini sistemare pentole; assolutamente indifferente al momento
mondano che si stava vivendo al piano di sotto. Un'immagine che non
seppi interpretare se non come massima estraneazione, che altro non è
che la rivendicazione stessa del proprio lavoro come massima
espressione di sè. Fulvio ed Emanuela Pierangelini si sono dimostrate
nei nostri confronti due persone squisite, appassionate e divertenti,
con un'altissima considerazione del proprio lavoro.
Siamo usciti dal locale con un pioggia scrosciante e la consapevolezza
di aver provato una sensazione irripetibile: la scoperta di una nuova
dimensione di cucina, piena e coinvolgente. Il centro del mondo, per
due romantici appassionati come noi, per un pomeriggio è stato San
Vincenzo.
Gambero Rosso
Piazza della Vittoria, 13
San Vincenzo (LI)
0565701021
Visitato domenica 29 febbraio a pranzo