Paolo P.
2005-02-20 16:45:15 UTC
Ristorante Moderno
Via Misericordia, 12 - Carrù (CN)
Tel 0173/75493
Riposo settimanale il Martedì, chiusura serale il Lunedì ed il Mercoledì.
Carrù è una cittadina piemontese famosa per la sua Fiera del Bue grasso, al
quale hanno dedicato anche una piazza con relativo monumento, che si tiene
verso la metà del mese di Dicembre. E la specialità dei ristoranti del posto
(i più rinomati sono il Moderno ed il Vascello d’Oro) è ovviamente il
bollito misto. Piatto per il quale siamo appositamente arrivati in quattro
da Albenga: io, mia moglie (noi per la prima volta) ed un’altra coppia di
amici (loro per la seconda).
Il Ristorante Moderno è piuttosto facile da trovare, basta posteggiare nella
piazza principale di Carrù (non propriamente una metropoli) ed infilarsi in
un carruggetto al lato per trovarlo. Curiosamente si trova molto vicino al
Vascello, l’altro ristorante.
Entriamo e ci accoglie subito una signorina che ci accompagna al tavolo e ci
prende le giacche per andare ad appenderle. L’ambiente è evidentemente
rinnovato da poco, stile classico/moderno, ma assolutamente non sofisticato.
Insomma si è subito a proprio agio. Peccato che al momento di andare in
bagno trovavo una sorpresa che ormai credevo presente solo nei vecchi cinema
o bar di periferia: la turca! Tutto pulito, per carità, però andare nel
bagno maschile di un ristorante del genere e trovare la turca proprio mi fa
cadere i sentimenti…
Non aspettiamo molto al tavolo, e subito i piatti del giorno ci vengono
elencati dalla Signora, moglie del titolare, e quindi non ci è portato un
menù dal quale scegliere. Penso che ci siano stati anche dei menù tipo “di
benvenuto” o “di degustazione”, in quanto ne ho trovato 2/3 tipi diversi
accanto all’ingresso, uscendo, ma non ci sono fatti presenti. Memori di
altre occasioni, durante le quali ci siamo abbuffati per poi arrivare al
piatto forte già quasi sazi, scegliamo di prendere solo dei primi piatti
senza antipasti (io) e degli antipasti senza primi piatti (le altre tre
persone). La Signora ci propone anche dei vini, e noi (nostro gravissimo
errore, in qualunque occasione, e noi lo facciamo qui per la prima volta)
accettiamo di prendere un dolcetto del luogo, senza chiedere la carta
completa dei vini. Scelta che si rivelerà cannata in pieno più tardi, quando
andando in bagno al mio amico cade l’occhio su di una esposizione di
parecchi vini, tra i quali ne adocchiava altri che sicuramente avrebbero
fatto una figura migliore dell’anonimo dolcetto propinatoci dalla titolare,
ma che abbiamo visto anche agli altri tavoli. Evidentemente dovevano farlo
andare e nessuno dei presenti, per volontà o per sbaglio, aveva chiesto la
lista dei vini.
Nota di demerito per i bicchieri dell’acqua, troppo piccoli. In due sorsi li
finivo, e quando dovevo bere me ne servivano due/tre per volta.
Il servizio è veloce, non aspettiamo mai troppo, neanche tra le portate.
Portano in un batter d’occhio i piatti scelti. Sugli antipasti non posso
esprimermi, non avendoli scelti, ma gli altri commensali apprezzano molto il
tutto. Io ho scelto dei Raviolini del Plin al Ragout di Carne e dei
Maltagliati Integrali con Sugo di Porri. Le porzioni erano adeguate, non
come quei “pugnetti” di roba che in certi ristoranti di altro stile ti
mettono nel piatto e che in due forchettate finisci. I raviolini erano nel
complesso buoni, con un ripieno che non era troppo saporito e che lasciava
il giusto spazio in bocca per gustare anche il ragout (che era comunque
piuttosto asciutto, però). Ma il fatto che fossero stati già scottati in
precedenza (evidente soprattutto nella velocità con la quale mi hanno
portato il piatto dopo l’ordinazione) giocava a loro sfavore. I Maltagliati
integrali erano invece una leccornia, che non credevo sposassero così bene
col sugo di porri, questo non troppo “pesante”. Anche la loro cottura era
sicuramente migliore dei raviolini.
Al momento di ordinare i secondi, ci buttiamo tutti sul bollito misto, che
avevamo già visto sfrecciare tra i tavoli varie volte. L’unica cosa che mi
lasciava perplesso era il fatto che, nel continuo andare e venire del
carrello tra tavoli e cucina, fosse sempre stato scoperto. Intendo dire
senza una copertura per impedire che si raffreddasse con l’aria che prendeva
di continuo. Ovviamente nel ristorante non faceva freddo, però una copertura
in plexiglass, o roba similare, penso che ci sarebbe stata meglio (se non
dal punto di vista igienico, almeno dal punto di vista della conservazione
del calore).
Io, per non “rischiare”, mi sono fatto anche tentare dallo Stracotto
d’Asino, che insieme con il piatto di bolliti, è stato il capolavoro della
giornata. Dei pezzettini di carne che si scioglievano letteralmente in bocca
senza fatica, lasciando annegare le papille gustative nel tripudio del suo
sughetto (mi sono dimenticato di chiederne la composizione, acc!). Il tutto
con un forse “banale” purè di patate, ma che insieme col sughetto forma
un’accoppiata ineccepibile.
Come descrivere poi il carrello dei bolliti, che ci venivano affettati
davanti ai nostri occhi (a parte la poca finezza nel servire prima me ed il
mio amico e poi le signore) ? Il pezzo forte, per i miei gusti, era la
lingua (di cui ho preso anche la porzione della moglie, che ho costretto a
prendere anche se diceva che non le piaceva, ben conscio che non sarebbe
comunque avanzata), ma anche la testina ed il resto non erano assolutamente
da meno. I nostri piatti erano tutti stracolmi. Le sette salse di
accompagnamento formavano un completamento azzeccatissimo per ogni tipo di
carne, dalla fortissima salsa di rafano (ai limiti dell’ustione), alla
classica mostarda, alla senape piccante, al miele farcito di una cosa che
ora non ricordo, etc.
Gli altri finiscono abbastanza bene i loro piatti, io fatico un po’ di più
per via dei due primi e dell’asino col purè, che hanno già inferto un bel
colpo alle mie capacità di stoccaggio. Sono così costretto con le lacrime
agli occhi a rinunciare ad un ben fornito carrello di formaggi .
I dolci però non scappano a nessuno. Anche in questo caso c’è un bel
carrello con cinque dolci tra i quali scegliere. Io mi limito a tre di essi:
una Cupeta (noci cotte nel miele e schiacciate tra due simil-ostie), una
torta di zucca con pinoli (incredibilmente il giusto grado di dolcezza,
senza nauseare) ed un semifreddo al torroncino (forse questo, al contrario,
non dolce come speravo/credevo).
Il caffè era piuttosto buono, anche se forse sono abituato al fatto di avere
anche un cioccolatino sul piattino, da prendere dopo aver sorseggiato dalla
tazzina, e ne sentivo con dispiacere la mancanza.
Altra nota negativa: dopo il caffè nessuno viene più al nostro tavolo. Ne’
per offrirci un ammazza-caffè, ne’ per sapere se volevamo altro, oppure il
conto. Siamo stati a chiacchierare per abbondanti 20 minuti senza che
nessuno si “preoccupasse” per noi. Questo mi porta a considerare
complessivamente il servizio preciso e veloce, ma forse troppo freddo,
impersonale. La cordialità non mi sembra abiti qui.
Totale del conto (che ci è stato fatto solo quando ci siamo alzati e
presentati al banco): € 133 in quattro, vino (sottolineo nuovamente,
anonimo) compreso. A persona € 33 circa.
Ci tornerei/lo consiglierei?
Sinceramente sì, anche se magari senza troppe aspettative.
Visitato Sabato 19.02.05 a pranzo.
Via Misericordia, 12 - Carrù (CN)
Tel 0173/75493
Riposo settimanale il Martedì, chiusura serale il Lunedì ed il Mercoledì.
Carrù è una cittadina piemontese famosa per la sua Fiera del Bue grasso, al
quale hanno dedicato anche una piazza con relativo monumento, che si tiene
verso la metà del mese di Dicembre. E la specialità dei ristoranti del posto
(i più rinomati sono il Moderno ed il Vascello d’Oro) è ovviamente il
bollito misto. Piatto per il quale siamo appositamente arrivati in quattro
da Albenga: io, mia moglie (noi per la prima volta) ed un’altra coppia di
amici (loro per la seconda).
Il Ristorante Moderno è piuttosto facile da trovare, basta posteggiare nella
piazza principale di Carrù (non propriamente una metropoli) ed infilarsi in
un carruggetto al lato per trovarlo. Curiosamente si trova molto vicino al
Vascello, l’altro ristorante.
Entriamo e ci accoglie subito una signorina che ci accompagna al tavolo e ci
prende le giacche per andare ad appenderle. L’ambiente è evidentemente
rinnovato da poco, stile classico/moderno, ma assolutamente non sofisticato.
Insomma si è subito a proprio agio. Peccato che al momento di andare in
bagno trovavo una sorpresa che ormai credevo presente solo nei vecchi cinema
o bar di periferia: la turca! Tutto pulito, per carità, però andare nel
bagno maschile di un ristorante del genere e trovare la turca proprio mi fa
cadere i sentimenti…
Non aspettiamo molto al tavolo, e subito i piatti del giorno ci vengono
elencati dalla Signora, moglie del titolare, e quindi non ci è portato un
menù dal quale scegliere. Penso che ci siano stati anche dei menù tipo “di
benvenuto” o “di degustazione”, in quanto ne ho trovato 2/3 tipi diversi
accanto all’ingresso, uscendo, ma non ci sono fatti presenti. Memori di
altre occasioni, durante le quali ci siamo abbuffati per poi arrivare al
piatto forte già quasi sazi, scegliamo di prendere solo dei primi piatti
senza antipasti (io) e degli antipasti senza primi piatti (le altre tre
persone). La Signora ci propone anche dei vini, e noi (nostro gravissimo
errore, in qualunque occasione, e noi lo facciamo qui per la prima volta)
accettiamo di prendere un dolcetto del luogo, senza chiedere la carta
completa dei vini. Scelta che si rivelerà cannata in pieno più tardi, quando
andando in bagno al mio amico cade l’occhio su di una esposizione di
parecchi vini, tra i quali ne adocchiava altri che sicuramente avrebbero
fatto una figura migliore dell’anonimo dolcetto propinatoci dalla titolare,
ma che abbiamo visto anche agli altri tavoli. Evidentemente dovevano farlo
andare e nessuno dei presenti, per volontà o per sbaglio, aveva chiesto la
lista dei vini.
Nota di demerito per i bicchieri dell’acqua, troppo piccoli. In due sorsi li
finivo, e quando dovevo bere me ne servivano due/tre per volta.
Il servizio è veloce, non aspettiamo mai troppo, neanche tra le portate.
Portano in un batter d’occhio i piatti scelti. Sugli antipasti non posso
esprimermi, non avendoli scelti, ma gli altri commensali apprezzano molto il
tutto. Io ho scelto dei Raviolini del Plin al Ragout di Carne e dei
Maltagliati Integrali con Sugo di Porri. Le porzioni erano adeguate, non
come quei “pugnetti” di roba che in certi ristoranti di altro stile ti
mettono nel piatto e che in due forchettate finisci. I raviolini erano nel
complesso buoni, con un ripieno che non era troppo saporito e che lasciava
il giusto spazio in bocca per gustare anche il ragout (che era comunque
piuttosto asciutto, però). Ma il fatto che fossero stati già scottati in
precedenza (evidente soprattutto nella velocità con la quale mi hanno
portato il piatto dopo l’ordinazione) giocava a loro sfavore. I Maltagliati
integrali erano invece una leccornia, che non credevo sposassero così bene
col sugo di porri, questo non troppo “pesante”. Anche la loro cottura era
sicuramente migliore dei raviolini.
Al momento di ordinare i secondi, ci buttiamo tutti sul bollito misto, che
avevamo già visto sfrecciare tra i tavoli varie volte. L’unica cosa che mi
lasciava perplesso era il fatto che, nel continuo andare e venire del
carrello tra tavoli e cucina, fosse sempre stato scoperto. Intendo dire
senza una copertura per impedire che si raffreddasse con l’aria che prendeva
di continuo. Ovviamente nel ristorante non faceva freddo, però una copertura
in plexiglass, o roba similare, penso che ci sarebbe stata meglio (se non
dal punto di vista igienico, almeno dal punto di vista della conservazione
del calore).
Io, per non “rischiare”, mi sono fatto anche tentare dallo Stracotto
d’Asino, che insieme con il piatto di bolliti, è stato il capolavoro della
giornata. Dei pezzettini di carne che si scioglievano letteralmente in bocca
senza fatica, lasciando annegare le papille gustative nel tripudio del suo
sughetto (mi sono dimenticato di chiederne la composizione, acc!). Il tutto
con un forse “banale” purè di patate, ma che insieme col sughetto forma
un’accoppiata ineccepibile.
Come descrivere poi il carrello dei bolliti, che ci venivano affettati
davanti ai nostri occhi (a parte la poca finezza nel servire prima me ed il
mio amico e poi le signore) ? Il pezzo forte, per i miei gusti, era la
lingua (di cui ho preso anche la porzione della moglie, che ho costretto a
prendere anche se diceva che non le piaceva, ben conscio che non sarebbe
comunque avanzata), ma anche la testina ed il resto non erano assolutamente
da meno. I nostri piatti erano tutti stracolmi. Le sette salse di
accompagnamento formavano un completamento azzeccatissimo per ogni tipo di
carne, dalla fortissima salsa di rafano (ai limiti dell’ustione), alla
classica mostarda, alla senape piccante, al miele farcito di una cosa che
ora non ricordo, etc.
Gli altri finiscono abbastanza bene i loro piatti, io fatico un po’ di più
per via dei due primi e dell’asino col purè, che hanno già inferto un bel
colpo alle mie capacità di stoccaggio. Sono così costretto con le lacrime
agli occhi a rinunciare ad un ben fornito carrello di formaggi .
I dolci però non scappano a nessuno. Anche in questo caso c’è un bel
carrello con cinque dolci tra i quali scegliere. Io mi limito a tre di essi:
una Cupeta (noci cotte nel miele e schiacciate tra due simil-ostie), una
torta di zucca con pinoli (incredibilmente il giusto grado di dolcezza,
senza nauseare) ed un semifreddo al torroncino (forse questo, al contrario,
non dolce come speravo/credevo).
Il caffè era piuttosto buono, anche se forse sono abituato al fatto di avere
anche un cioccolatino sul piattino, da prendere dopo aver sorseggiato dalla
tazzina, e ne sentivo con dispiacere la mancanza.
Altra nota negativa: dopo il caffè nessuno viene più al nostro tavolo. Ne’
per offrirci un ammazza-caffè, ne’ per sapere se volevamo altro, oppure il
conto. Siamo stati a chiacchierare per abbondanti 20 minuti senza che
nessuno si “preoccupasse” per noi. Questo mi porta a considerare
complessivamente il servizio preciso e veloce, ma forse troppo freddo,
impersonale. La cordialità non mi sembra abiti qui.
Totale del conto (che ci è stato fatto solo quando ci siamo alzati e
presentati al banco): € 133 in quattro, vino (sottolineo nuovamente,
anonimo) compreso. A persona € 33 circa.
Ci tornerei/lo consiglierei?
Sinceramente sì, anche se magari senza troppe aspettative.
Visitato Sabato 19.02.05 a pranzo.
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"Non c'è gusto, in Italia, ad essere intelligenti"
(Roberto "Freak" Antoni)
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