FabMind
2016-03-16 11:46:16 UTC
MALEDETTI. Sono vicini. Li sento sghignazzare. Forse se mi rimpiatto in via della Stufa non mi vedono. Da un momento all'altro mi aspetto che spunti il ghigno del Giani, il capo dei gastrosbirri. Sì lo so, si chiamano Sorveglianti dell'identità culinaria fiorentina. Ma tutti li chiamano gastrosbirri.
La povera Annie Féolde fu la prima. Deportata là e obbligata a cucinare solo ribollita per sei mesi. La presero raccontandole che la volevano nella commissione dei cinque saggi.
Invece, Panzano.Raccontano che lei urlava: <<Ma il foie gràs, vi prego... almeno una volta>>. Niente, non hanno avuto pietà.
I miei quattro pezzi sono nel bento. Le cose le faccio per bene, io. Due sashimi e due hosomaki. Mi sono costati 40 euro. Il cliente me ne darà il doppio. È un professore dell'università europea, dice che non ne può più di rosticciana e trippa.
Che tocca fare per vivere. Ma a Firenze nel 2021 va così. Spacciatore di sushi. Sì, è il mio lavoro. E guadagno bene, lo confesso. Il giappo è quello che va di più ora al mercato nero. Ma anche con le mozzarelle di bufala sono andato forte. E quando mi ero buttato sul pollo tandoori? Mesi stupendi. Poi hanno beccato lo Smilzo, il mio compare.
Povero Smilzo. I gastrosbirri lo hanno chiuso in una stanza, il Giani piantato lì davanti. Poi hanno iniziato a suonargli le chiarine nelle orecchie. E lui doveva cantare gli stornelli di Marasco. Uno strazio. Alla fine ha confessato. E li ha portati al magazzino.
Dio quanta roba avevamo là. Alla conferenza stampa il giorno dopo il sindaco Nardella si gloriava: guardate, guardate cosa abbiamo sequestrato. Io guardavo e piangevo. Confesso, non tanto per lo Smilzo ormai chiuso a Panzano.
No, guardavo quel ben di dio: culatello, parmigiano, camembert, caviale. Tutto vietato, tutto al macero. E Nardella (ma quando finisce 'sto secondo mandato, capitan Giani è lì che aspetta) che declamava: <<Siam fiorentini, mangiam fiorentino >>. Che spettacolo, che amarezza.
Sttt, mi sono distratto. Ecco sono vicini. Sento l'odore di finocchiona. Capirai, capitan Giani li obbliga a mangiare solo quella. Ma i miei quattro pezzi non li avranno. Piuttosto me li mangio io. Anche senza bacchette.
(di Fabio Galati, pubblicato su Repubblica edizione Firenze)
Segnalato su Facebook da ClaudioP
La povera Annie Féolde fu la prima. Deportata là e obbligata a cucinare solo ribollita per sei mesi. La presero raccontandole che la volevano nella commissione dei cinque saggi.
Invece, Panzano.Raccontano che lei urlava: <<Ma il foie gràs, vi prego... almeno una volta>>. Niente, non hanno avuto pietà.
I miei quattro pezzi sono nel bento. Le cose le faccio per bene, io. Due sashimi e due hosomaki. Mi sono costati 40 euro. Il cliente me ne darà il doppio. È un professore dell'università europea, dice che non ne può più di rosticciana e trippa.
Che tocca fare per vivere. Ma a Firenze nel 2021 va così. Spacciatore di sushi. Sì, è il mio lavoro. E guadagno bene, lo confesso. Il giappo è quello che va di più ora al mercato nero. Ma anche con le mozzarelle di bufala sono andato forte. E quando mi ero buttato sul pollo tandoori? Mesi stupendi. Poi hanno beccato lo Smilzo, il mio compare.
Povero Smilzo. I gastrosbirri lo hanno chiuso in una stanza, il Giani piantato lì davanti. Poi hanno iniziato a suonargli le chiarine nelle orecchie. E lui doveva cantare gli stornelli di Marasco. Uno strazio. Alla fine ha confessato. E li ha portati al magazzino.
Dio quanta roba avevamo là. Alla conferenza stampa il giorno dopo il sindaco Nardella si gloriava: guardate, guardate cosa abbiamo sequestrato. Io guardavo e piangevo. Confesso, non tanto per lo Smilzo ormai chiuso a Panzano.
No, guardavo quel ben di dio: culatello, parmigiano, camembert, caviale. Tutto vietato, tutto al macero. E Nardella (ma quando finisce 'sto secondo mandato, capitan Giani è lì che aspetta) che declamava: <<Siam fiorentini, mangiam fiorentino >>. Che spettacolo, che amarezza.
Sttt, mi sono distratto. Ecco sono vicini. Sento l'odore di finocchiona. Capirai, capitan Giani li obbliga a mangiare solo quella. Ma i miei quattro pezzi non li avranno. Piuttosto me li mangio io. Anche senza bacchette.
(di Fabio Galati, pubblicato su Repubblica edizione Firenze)
Segnalato su Facebook da ClaudioP
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